Chi ha proposto il Referendum antitrivelle
Il prossimo 17 aprile è la data decretata dal Governo in cui si terranno le votazioni per il referendum abrogativo sulla regolamentazione delle trivellazioni. Della proposta iniziale, promossa dal movimento NoTriv, dal partito Possibile e da dieci Consigli regionali (ora rimasti in nove), è rimasto un solo quesito, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale, che interroga i cittadini sulla durata delle autorizzazioni per le esplorazioni e le trivellazioni dei giacimenti in mare. Si tratta dell’abrogazione dell’articolo 6 comma 17 del decreto legislativo sulla Norme in Materia Ambientale che è stato modificato lo scorso 28 dicembre dal Governo Renzi. La normativa prevede che le autorizzazioni già concesse per l’esplorazione e l’estrazione con le trivelle abbiano una validità dalla durata illimitata. Il referendum propone invece di limitarle alla scadenza delle concessioni dei giacimenti. I promotori ritengono che un tale sfruttamento dei giacimenti comprometterebbe la natura degli ecosistemi, minacciando l’equilibrio degli organismi animali e vegetali che lo abitano.
Cosa si intende abrogare con il quesito referendario
Domenica 17 aprile 2016, un referendum popolare, abrogativo previsto dall’articolo 75 della Costituzione che ha la seguente denominazione: “Divieto di attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi in zone di mare entro dodici miglia marine. Esenzione da tale divieto per titolo abilitativi già rilasciati. Abrogazione della previsione che tali titoli hanno la durata della vita utile del giacimento”.
Il Quesito è così formulato
“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”.
Vota SI per fermare le trivelle
Se vincerà il sì, sarà abrogato l’articolo 6 comma 17 del codice dell’ambiente, dove si prevede che le trivellazioni continuino fino a quando il giacimento lo consente. La vittoria del sì bloccherà tutte le concessioni per estrarre il petrolio entro le 12 miglia dalla costa italiana, quando scadranno i contratti. Tra gli altri saranno interessati dalla misura: il giacimento Guendalina (Eni) nell’Adriatico, il giacimento Gospo (Edison) nell’Adriatico e il giacimento Vega (Edison) davanti a Ragusa, in Sicilia. Non saranno interessate dal referendum tutte le 106 piattaforme petrolifere presenti nel mare italiano per estrarre petrolio o metano.
Nasce il Comitato nazionale “Vota SI per fermare le trivelle”
Primi firmatari del Comitato nazionale “Vota SI per fermare le trivelle”: Adusbef, Aiab, Alleanza Cooperative della Pesca, Arci, ASud, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Associazione Comuni Virtuosi, Coordinamento nazionale NO TRIV, Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Italiana Media Ambientali, Fiom-Cgil, Focsiv – Volontari nel mondo, Fondazione UniVerde, Giornalisti Nell’Erba, Greenpeace, Kyoto Club, La Nuova Ecologia, Lav, Legambiente, Libera, Liberacittadinanza, Link Coordinamento Universitario, Lipu, Innovatori Europei, Marevivo, MEPI–Movimento Civico, Movimento Difesa del Cittadino, Pro-Natura, QualEnergia, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Salviamo il Paesaggio, Sì Rinnovabili No nucleare, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Unione degli Studenti, WWF.
Habitami aderisce al Comitato nazionale, vota SI al Referendum
Approfondimenti:
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