di Staff Habitami
19 Giugno 2024
I dati di Bankitalia sui bonus edilizi tra mistificazione della realtà e dati certi

Diretta d’Informazione Mercoledì 27 gennaio ore 21,00

Secondo uno studio di Bankitalia oltre 45 miliardi di euro investiti nel superbonus rappresentano una perdita netta… ma “La matematica non è un’opinione” è una delle frasi più ricorrenti utilizzate per dare forza ai risultati matematici come dati oggettivi e basati su principi e regole ben definite, non soggetti a interpretazioni personali o a opinioni. Ma le conclusioni matematiche vanno chiaramente lette e interpretate. Le stesse stanno alla base di un processo decisionale che qualsiasi buon manager conosce (o dovrebbe conoscere).

I numeri del report e gli incentivi edilizi

Ricordavo all’inizio che la matematica non è un’opinione e che i numeri non mentono mai. Il problema resta comprendere quali siano i numeri da prendere in considerazione per un’analisi seria che possa servire non solo a valutare l’impatto (a tutti i livelli) di questi incentivi ma anche come base per le future politiche incentivanti di cui il Paese non potrà fare a meno.

Dopo l’entrata in vigore (28 maggio 2024) della Direttiva (UE) 2024/1275 (Direttiva Case Green), infatti, gli Stati membri avranno 2 anni per recepirne le indicazioni e predisporre il piano strategico di azione che non potrà prescindere da un articolato, funzionale e importante sistema di incentivi fiscali.

Lo stesso report di Banca d’Italia evidenzia come il sistema di bonus edilizi sia stato avviato per la prima volta nel 1998. Lo stesso, per, prevedeva aliquote e ripartizione decennale che di fatto ne consentiva l’utilizzo solo ai contribuenti ad alto reddito (motivo per cui i “numeri” sviluppati fino al 2019 sono sempre stati costanti ma non particolarmente rilevanti).

Solo nel 2020, prima con il Bonus Facciate e poi con il Superbonus (oltre che del meccanismo di cessione del credito), l’investimento pubblico nei bonus edilizi ha avuto un’esplosione senza precedenti (terminata a marzo 2024).
Leggi l’intero articolo di Gianluca Oreto su Lavoripubblici.it.

Superbonus, il Financial Times loda gli effetti espansivi sul PIL

Tra mistificazione della realtà e dati certi, dopo 4 anni non si riesce ancora a mettere d’accordo i “commentatori” del superbonus. Una misura messa a punto nel 2020, arrivata ormai negli ultimi 2 anni (depotenziati) di applicazione, sulla quale sono stati pubblicati report e analisi ma anche i commenti, certamente negativi, dell’attuale Governo.

Secondo il “Financial Times” che ha recentemente lodato gli effetti espansivi sul PIL di questa detrazione fiscale, scrivendo “la performance insolitamente forte è in gran parte spiegata dal superbonus”, grazie al quale “gli investimenti italiani che includono l’edilizia abitativa sono aumentati del 30% rispetto al quarto trimestre del 2019, il tasso più veloce mai registrato nel Paese da quando sono a disposizione dati comparabili nel 2000”. A ciò si aggiunga che nei tre anni di massima produzione degli effetti del superbonus, 2021-2023, il debito pubblico in rapporto al PIL è sceso di oltre 17 punti.

La classificazione e riclassificazione contabile retroattiva del Superbonus

Leggi perché si è passati dalla scelta iniziale di classificare come “non pagabili” i crediti edilizi maturati per gli interventi di cui all’art. 119 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) a quella di renderli “pagabili retroattivamente”“.

Nel dettaglio, cosa è cambiato per il Bilancio dello Stato? Per capirlo è possibile prendere l’ultimo report pubblicato da Enea con il costo del Superbonus suddiviso per gli anni di fruizione:

16 miliardi di euro nel biennio 2020-2021;
46 miliardi di euro nel 2022;
40 miliardi di euro nel 2023.
Questi importi sono stati, quindi, inseriti come costi all’interno del Bilancio dello Stato, con chiari effetti sulle possibilità di spesa del Governo previste dalla Legge di Bilancio.

Leggere lo studio di Bankitalia

Preliminarmente gli autori del report hanno ricordato le tre motivazioni alla base di questi incentivi fiscali:
– stimolare l’economia, soprattutto nel 2020 dopo la crisi pandemica;
– supportare i soggetti che non possono permettersi di ristrutturare la propria abitazione (ma qui non si ricorda l’impatto del meccanismo di cessione del credito);
– incoraggiare la transizione verde.
il report si conclude ammettendo che l’analisi non comprende:
l’impatto possibile sull’ambiente derivante dall’aumentata efficienza energetica;
le possibili risposte comportamentali delle imprese e delle famiglie in un contesto caratterizzato da crescenti prezzi delle materie prime e lunghi ritardi nell’esecuzione dei lavori di ristrutturazione;
le problematiche relative alla trasferibilità dei crediti d’imposta a terzi.
Aggiungiamo noi che non comprende neanche alcuna valutazione in merito all’emersione del nero.

Come numerose volte scritto su queste pagine, il superbonus è stata una misura economica con tanti pro e contro. Un sistema incentivante che andrebbe analizzato prendendo in considerazione non solo la spesa ma anche alcuni dei suoi aspetti tecnici che andrebbero analizzati e scolpiti nella roccia.

Primo fra tutti l’orizzonte temporale. L’esperienza superbonus dovrebbe aver insegnato che qualsiasi sistema incentivante “shock” non può prevedere orizzonti temporali brevi e deve essere adeguatamente supportato da un’attenta pianificazione degli interventi. Aspetti questi che sono completamente mancati in questa misura.

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