di Giovanni Pivetta
20 Giugno 2024
L'essenziale (aria) è invisibile agli occhi ma è anche un superfluo dannoso

“L’aria è una realtà ovvia. Ma guai a non respirarla!”
La casa è il luogo del nostro benessere come al lavoro o nei luoghi del nostro tempo libero abbiamo il “diritto alla salute”, quindi è importante che siano sicure e salubri al 100%. Al contrario, spesso, non è così: l’aria presente nelle case è mediamente cinque volte più inquinata rispetto a quella esterna.

Nelle nostre case, inoltre, “conviviamo” con diversi agenti inquinanti in modo inconsapevole: presenza di radon, formaldeide, monossido di carbonio (CO), virus, batteri, allergeni aereodispersi come polveri e polline, composti organici volatili (VOC), muffe e lieviti, sono tutti agenti inquinanti che causano patologie molto gravi, in alcuni casi mortali.

Mai come in questi ultimi due anni si è parlato di aria, aria cattiva, ricambio d’aria, di igienizzazione dell’aria, e infine di sanificazione… Il virus della SARS-CoV ha solo accelerato il tempo e ci ha aperto gli occhi, a tutti.
Forse oggi siamo tutti sulla stessa lunghezza d’onda e forse abbiamo tutti acquisito la medesima sensibilità maturando il bisogno di vivere all’interno di ambienti con aria sana, pulita, salubre e sanificata.

Partiamo dai dati. L’inquinamento atmosferico è una delle maggiori criticità per la salute delle persone, l’OMS parla di otto milioni di decessi, tre milioni e ottocentomila sono dovuti all’inquinamento outdoor, mentre ben quattro milioni e 200 mila per gli ambienti chiusi (indoor). Quindi, al di là di ogni credenza, l’inquinamento più pericoloso non è quello esterno (sempre che non ci si viva al primo piano affacciato su una tangenziale) ma soprattutto quello interno, l’aria che respiriamo negli uffici, nelle scuole, nelle strutture sanitarie, dovuto principalmente a inquinanti chimici, fisici e biologici compresi i materiali da costruzione. Parte proveniente dall’esterno, pollini, inquinamento atmosferico, altra dall’interno, gas che si formano, prodotti per le pulizie, virus, batteri, muffe, composti organici volatili, funghi, lieviti, allergeni aerodispersi (incluso polveri e pollini) che si sono formati negli impianti.

Bisogna verificare e certificare la salubrità ambientale degli involucri edilizi perché è importante come principio di prevenzione e di tutela della salute. Passiamo gran parte del tempo in ambienti confinati e spesso non siamo in grado di associare ai nostri quotidiani malesseri (nevralgie, sonnolenze, irritabilità, insonnie, allergie o riniti etc.) il sospetto che possano derivare da cause ambientali.

Molti di questi composti vengono emessi e diffusi nei luoghi confinati dai materiali edili impiegati in fase di costruzione o ristrutturazione (isolanti, impermeabilizzanti, tinte murali, vernici e impregnanti), altri sono contenuti negli arredi e nei prodotti per la pulizia degli ambienti (profumi e detergenti). Tali prodotti possono interferire sui processi organici umani di sintesi, secrezione e metabolismo fino a provocare nel tempo diverse patologie multisistemiche anche gravi e degenerative.

Prima di tutto è necessario controllare il livello di inquinamento indoor con uno screening ambientale completo che permette di conoscere esattamente quali sono le problematiche più significative e di conseguenza adottare le specifiche soluzioni poiché in ogni ambiente respiriamo aria diversa, siamo in presenza di un numero di persone differente, siamo a contatto con superfici differenti e con spazi più o meno grandi e diversamenti aerati.

E… dal 2000 la salubrità dell’aria indoor è stata riconosciuta dall’OMS quale diritto umano fondamentale, eppure la maggior parte delle persone sembra ignorare l’importanza di respirare aria salubre negli ambienti domestici e in quelli lavorativi.
E oggi c’è una richiesta enorme del mercato per le sanificazioni, ma anche una gran confusione, e c’è quindi la necessità di fare chiarezza.

Facciamo chiarezza sui termini pulizia, disinfezione, bonifica, sterilizzazione, sanificazione: si è comunemente portati a definire i termini in modo confuso e ad utilizzarli indistintamente come sinonimi, in particolare si ha la tendenza a definire come pulizia anche stadi di igiene più avanzati.

La sanificazione si attua, avvalendosi di varie tecniche quali un mix di tecnologie innovative Ossidazione Fotocatalitica – Plasma freddo – Ionizzazione a Ioni negativi e può e deve avvenire a ciclo continuo in presenza di persone, per riportare il carico microbico entro standard di igiene accettabili ed ottimali che dipendono dalla destinazione d’uso degli ambienti interessati.

E si pone una questione di responsabilità e sostenibilità sociale.
Ci deve essere un cambiamento radicale poiché la salute pubblica riguarda in modo allargato tutti quanti, coinvolgendo la società civile, le realtà imprenditoriali, gli amministratori locali e il mondo del lavoro. Infatti, il nostro vivere quotidiano ci pone quali soggetti responsabili gli uni verso gli altri, qualsiasi ruolo rivestiamo nella comunità a cui apparteniamo.
Ciascuno deve operare scelte e compiere azioni tutelanti la salute pubblica, sia che esso rappresenti istituzioni o poli produttivi sia in veste di semplice attore del proprio territorio (nei trasporti pubblici, amministrazione di condominio, esercizi di ristorazione e bar, gastronomie, ecc). Insomma, come sarà possibile garantire la nostra sicurezza e quella di chi ci circonda, che sia un collega, un familiare o un compagno di classe?

Se vuoi saperne di più, vuoi conoscere meglio il tema della sanificazione, vuoi conoscere quali siano le tecniche di sanificazione – vuoi capire quale sia la tecnica migliore per sanificare il tuo ambiente indoor ti invito ad ascoltare l’incontro che si è tenuto a KlimahouseSanificare gli ambienti indoor H24: salubrità, economicità e sostenibilità” promosso da Sanixair engineering.

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