Come funziona, “per davvero”, la cura Giorgetti?
Il crollo dei lavori a cui stiamo assistendo si sarebbe verificato comunque in virtù del décalage (dal 110% al 70%), pianificato già nel 2022. L’ulteriore riduzione dei lavori causata dal DL 39/24 riguarda lavori che non erano ancora stati avviati, che non inizieranno più in conseguenza della nuova stretta sulla cedibilità e che, quindi, non sarebbero stati asseverati che tra molti mesi.
“La “cura Giorgetti” sta determinando una nuova ondata speculativa e il crollo della possibilità di liquidare i cassetti fiscali a condizioni non usurarie. Ma di questo non parla nessuno.”
Queste le parole di Virginio Trivella consigliere delegato per l’efficienza energetica in Assimpredil ANCE .
Un altro aspetto, prosegue il delegato dell’Assimpredil ANCE, riguarda l’effetto del décalage (da 110% a 70%) sulla domanda, che è molto più severo di quanto ci aspettassimo. Questo fenomeno deve essere compreso bene e valutato a dovere, nell’arduo lavoro di individuare il sistema di incentivazione prossimo venturo a sostegno del Piano di ristrutturazione che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si appresta a presentare.
“Il Superbonus, una scelta oculata in fase di depressione”
Il Professor Gianpaolo Ferraioli, dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, così lo ha definito in una dichiarazione al Corriere della Sera.
“Chiunque abbia un po’ di onestà intellettuale e di conoscenze della teoria e della storia economica, dovrebbe ammettere che il superbonus edilizio è stato la classica misura di stampo keynesiano, anticiclica, che il governo dell’epoca ha voluto adottare di fronte alla straordinaria depressione economica che ha attraversato l’Italia causa pandemia. Tra l’altro è stata una spesa in deficit oculata. Si è scelto di riversarli nel settore edilizio, notoriamente tra quelli a più alto impatto in termini di ricadute sull’intera economia e con ripercussioni positive sulla rivalutazione del patrimonio edilizio della nazione“.
Quale eredità ci lascia il Superbonus e quale futuro per la riqualificazione energetica in Italia?
I critici del superbonus (quasi tutti col senno del poi) hanno fatto a gara a trovarne le colpe più diaboliche, omettendo però di riconoscere che gran parte dei guasti che ne sono derivati sono da ricondurre più ai difetti nell’amministrazione dello strumento, che allo strumento in sé, concepito per fornire una risposta straordinaria a una situazione straordinaria.
Ora la confusione regna sovrana.
Le direttive comunitarie che dovrebbero indicare una strada attraverso i decenni vengono rinegoziate, approvate, disconosciute e infine demonizzate. Le strategie nazionali, aggiornate ogni pochi anni, sembrano esercizi contabili destinati a restare lettera morta.
Vi invitiamo a leggere con interesse l’intervento dello stakeholder Virginio Trivella, pubblicato sulla nuova testata on line DIAC Diario delle infrastrutture e ambiente costruito.
“Incentivo diabolico? Le colpe sono di chi lo ha amministrato e della ROVINOSA exit strategy“.
Perché il dibattito sulla transizione energetica in Italia è sulla necessità di riqualificare il patrimonio edilizio residenziale in Italia, al di là delle polemiche politiche di parte, è solo all’inizio. Serve l’efficienza energetica degli edifici? Come si esce dall’attuale situazione di stallo?