di Cristiana Ceruti
24 Gennaio 2019
Nel Mondo la Generazione Z si ribella all'indifferenza per la crisi climatica

Conferenza Internazionale dei Giovani sul Clima (COY14)

Mentre fino al 14 dicembre, i grandi si sono confrontati alla COP 24, dal 29 novembre al 1 dicembre c’è stata la Conferenza Internazionale dei Giovani sul Clima (COY14) dove si sono incontrati ragazzi di tutto il mondo. La COY non è composta da persone a caso, ma da giovani attivisti, coscienti, pronti e determinati ad agire quotidianamente per migliorare la situazione. Organizzata dall’organizzazione YOUNGO, rappresentanza giovanile presso la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

A Katowice una tre giorni di incontri, dibattiti, laboratori tutti incentrati sui cambiamenti climatici e dove si è lavorato in vista di COP24 alla redazione del documento “YOUNGO Collective Policy Positions” in cui sono trattati dalla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici alla finanza e il mercato, dalla salute alle energie rinnovabili.

«È ora che dobbiamo intraprendere un’azione senza precedenti. Il cambiamento climatico non è più negabile, ma c’è troppa lentezza a coglierne l’immensa portata. Come giovani, siamo liberi dalla ricerca di profitti immediati, siamo la vera prospettiva a lungo termine per il nostro futuro e per le generazioni che verranno. Questa prospettiva è ciò che possiamo portare al tavolo, al fine di influenzare il nostro comune futuro. Ma è nostro il problema di dipendere dalle vostre azioni politiche che determineranno le soluzioni, le politiche e le tecnologie che verranno messe in atto. Pensiamo che sia indispensabile pensare al di là del classico paradigma di crescita, dove il consumo è in costante aumento. Dobbiamo cercare soluzioni innovative su come ottenere ricchezza senza crescita. Infatti, se non cambiamo volontariamente i nostri modelli di consumo, lo farà per noi il Sistema Terra, e avrà conseguenze gravi e incontrollabili che cambieranno il mondo come lo conosciamo

School Strike 4 Climate Action


Dal 30 novembre migliaia di ragazzi in Australia sono scesi in piazza per protestare contro la politica del governo e chiedere misure per contrastare il cambiamento climatico, ispirati anche dalla protesta di Greta Thunberg dello scorso agosto.

Leggi anche: Generation Z resilient to climate change, stop the American dream!

L’Onu, nel suo Rapporto sul divario delle emissioni 2018 aveva da poco indicato l’Australia come uno dei Paesi, insieme a Europa e Stati Uniti, che non riuscirà a rispettare gli impegni concordati per ridurre i gas a effetto serra entro il 2030. Nel mirino degli studenti c’è anche la nuova miniera a carbone che il colosso indiano Adani ha intenzione di realizzare.

Le proteste sono continuate e continuano, in preparazione anche una grande manifestazione il 17 marzo 2019, sul sito schoolstrike4climate.com tutte le indicazioni per partecipare e organizzare il proprio sciopero scolastico per il clima.

Jean Hinchliffe, 14 anni, che ha parlato alla marcia di Sydney, ha detto: «I giovani non staranno a guardare e lasceranno che Adani scavi la sua miniera, o che i politici la facciano franca con un progetto che distruggerà il nostro futuro… In Australia stiamo lavorando a grandi progetti per le vacanze scolastiche e per il 2019. Continueremo a spingere i nostri governi ad agire sulla più grande minaccia per tutti noi: il cambiamento climatico».

I giovani alla COP24

È ancora Greta Thunberg protagonista anche alla COP24 nel suo intervento tenutosi in presenza del Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e del Segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici Patricia Espinosa ha dichiarato; «Non siamo venuti qui per chiedere ai leader mondiali di prendersi cura del nostro futuro… Ci hanno ignorato in passato e ci ignoreranno di nuovo. Siamo venuti qui per fargli sapere che il cambiamento sta arrivando, che la cosa gli piaccia o no. La gente sarà all’altezza della sfida».


Non è sola, l’8 dicembre era la giornata dedicata alle generazioni giovani e future alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP24) a Katowice, in Polonia. I giovani delegati alla Cop24 hanno parlato di verità e passione, di urgenza e di azione.

«Ora è tempo che i giovani parlino e abbiamo il diritto di farlo», ha dichiarato la delegata dei giovani, Teresa Bajdol, studentessa all’Università della Slesia a Katowice. Numerose dozzine di delegati di giovani provenienti da tutto il mondo stanno partecipando alla conferenza sul clima, formulando raccomandazioni, sollecitando i delegati, monitorando i progressi, organizzando e partecipando ad eventi collaterali e costruendo reti. Alcuni giovani sostengono direttamente le delegazioni dei paesi nei negoziati.

Una forte azione della società civile «è l’unico modo in cui possiamo risolvere questa enorme sfida climatica che abbiamo di fronte» ha detto giovane delegata danese Monika Skadborg.
E ancora «Come giovani, abbiamo un interesse unico nel dialogo globale sul cambiamento climatico – ha detto l’inviato delle Nazioni Unite per la gioventù Jayathma Wickramanayake – Siamo noi che vivremo con i risultati di questo processo».

Phillip Brown dalla Giamaica e dagli Stati Uniti, tra gli otto delegati giovanili presenti per raccontare storie sul tema “intensificare l’azione per il clima” dichiara «Vediamo progressi, ma non vediamo davvero l’azione di cui abbiamo bisogno»
Maria Auma ugandese sentenzia «Dobbiamo lottare ed essere gli adulti responsabili che i nostri antenati non sono stati in grado di essere».

Forse, per il mondo degli adulti, è davvero arrivata l’ora di togliere la testa dalla sabbia!

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