Energia: bilanci virtuali, risparmi sulla carta
“In Italia il risparmio e l’efficienza energetica hanno davanti il segno meno e parlano di qualcosa che non esiste ed è difficile da calcolare perché l’energia risparmiata non è stata usata. Dal 2001 al 2015 nel nostro Paese sono stati estratti 21,8 milioni di tonnellate di petrolio virtuale, cioè greggio che non inquina. Sono infatti stati certificati risparmi per 21,8 megatep, in altri termini, energia che l’Italia ha evitato di sprecare.”
Così apre il sito Info Data, le notizie raccontate con i numeri del Gruppo Sole 24 Ore in un articolo del 18 gennaio “Italia, gli investimenti in efficienza energetica nel 2015” e continua… “Da qui al 2020 l’obiettivo è quello di raddoppiare questo “non-giacimento”, cioè altri 20milioni di tonnellate di petrolio virtuale in meno.
Questo indica la Strategia energetica nazionale alla quale il Governo sta lavorando. Il testo dice entro tre anni l’Italia dovrà raggiungere un risparmio di 20 megatep di energia primaria, almeno sette dei quali dovranno venire dallo strumento dei certificati bianchi.”
E per l’approfondimento si rimanda alla pagina “Focus Energia” del quotidiano Il Sole 24 Ore che titola “Efficienza, il giacimento nascosto“. A noi il tono “trionfalistico” del quotidiano di Confindustria risulta incomprensibile, ce ne saremmo infatti aspettati uno più “caustico” poiché in realtà si afferma che il risparmio e l’efficienza energetica, in Italia, hanno davanti il segno meno, e soprattutto si sta parlando di qualcosa che non esiste ed è difficile da calcolare perché l’energia risparmiata non è stata usata…
Perché non è stata usata? Forse perché, dall’inizio della crisi nel 2008, sono fallite o hanno chiuso in Italia centinaia di migliaia di imprese con la perdita di milioni di posti di lavoro: si produce di meno – si consuma di meno, e le ultime stagioni sono state le più calde della storia.
Con quali numeri si fa una Strategia energetica nazionale
Tecnicamente, ci spiega l’UE, per “efficienza energetica” si intende l’utilizzo di meno energia mantenendo un livello equivalente di attività o servizio economici; “risparmio energetico” è un concetto più ampio che comprende anche la riduzione del consumo mediante cambiamenti di comportamento o una diminuzione dell’attività economica. In pratica i due concetti sono difficili da distinguere e sono spesso usati in modo intercambiabile.
Insomma, un vero pasticcio, e non è così facile risolvere l’ambiguità, così come è difficile far entrare nell’immaginario collettivo l’idea risparmio energetico e di efficienza energetica, temi che portano con sé un eccesso di tecnicismi al punto da risultare incomprensibili per la maggioranza, in particolare se si tracciano bilanci omettendo dati reali e non se ne spiegano i vantaggi reali e come ottenerli.
Con quali TEE si fanno tornare i conti della CO2
L’Italia sta per determinare la nuova Strategia energetica nazionale e per raggiungere gli obiettivi europei di diminuzione della CO2 emessa si dovranno risparmiare tonnellate di petrolio virtuale, più di un terzo (7 megatep) attraverso lo strumento dei certificati bianchi.
Questi ultimi, anche noti come Titoli di Efficienza Energetica (TEE), sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia, attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica.
Per essere precisi, un TEE corrisponde a un risparmio di energia primaria (ovvero energia presente in natura, che non deriva dalla trasformazione di nessuna energia) pari ad 1 Tep (tonnellata equivalente di petrolio).
I distributori di energia elettrica e gas, le aziende, le imprese, i condomìni hanno la possibilità di ottenere 1 TEE ogni 5300 KWh di risparmio di energia elettrica o di 1200 Sm3 di gas.
Per approfondire: I Certificati Bianchi o TEE, incentivi economici per fare interventi di efficienza energetica garantita in Italia.
TEE e Strategia Energetica Nazionale
Lo Stato stabilisce gli obiettivi di risparmio energetico da conseguire (ovviamente in base ai parametri dettati dall’UE, per non incorrere nelle sanzioni), lo Stato stabilisce gli incentivi economici (TEE) per i risparmi ottenuti e, chi è sottoposto a obblighi per certe quantità (i distributori di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti), se non rispetta i criteri statali, deve acquistare i certificati bianchi (TEE).
Come funziona il meccanismo dei certificati bianchi
Il soggetto che si occupa della valutazione dei progetti di efficienza energetici presentati per il rilascio dei certificati bianchi è il GSE, Gestore dei Servizi Energetici. La durata degli interventi, e quindi del rilascio dei certificati bianchi, è stimata in 5 anni ma può arrivare a 8 anni, come nel caso degli involucri edilizi o dell‘architettura bioclimatica.
È atteso a breve il decreto legge delle linee guida sui certificati bianchi (TEE), che include le condizioni poste dalla Conferenza delle Regioni tra cui meno limiti alla cumulabilità e “riammissione” delle rinnovabili, oltre ad argomenti tecnico-economici per addetti ai lavori come “addizionalità” – “materialità” e “TAU”, che sono di difficile comprensione per i profani.
Come funziona il mercato dei certificati bianchi
Il prezzo dei certificati bianchi che vengono commercializzati non è fissato, ma viene stabilito dall’incontro tra la domanda e l’offerta di mercato.
La commercializzazione dei TEE è regolata dal GME, Gestore Mercati Energetici la “borsa energetica italiana”; il mercato energetico consente a produttori, consumatori e grossisti di stipulare contratti orari di acquisto e vendita di energia e gas. Le transazioni avvengono su una piattaforma telematica, accessibile agli operatori tramite la rete internet.
TEE: speculazioni, bassi risparmi e progetti rigettati
C’è speculazione sui TEE saliti del 150%, rincarano le bollette?
Secondo il Gestore dei Servizi Energetici (Gse), infatti, l’aumento, del 150% in pochissimo tempo (da 100 a 250 euro), sarebbe frutto della speculazione. Gli “aumenti repentini e concentrati” dei prezzi dei TEE a cui stiamo assistendo “non trovano giustificazione nei fondamentali” e “vanno quindi attribuiti a comportamenti spesso opportunistici e talvolta speculativi”, afferma il presidente e amministratore delegato del Gse, Francesco Sperandini (Quotidiano Energia – 5/12/2016 – Prezzi TEE, Sperandini “Comportamenti opportunistici, talvolta speculativi”).
Il Fatto Quotidiano titola: Bollette elettriche, ora il rischio di rincaro arriva dalla speculazione sui Certificati Bianchi in quanto alle Utility e Multi-utility viene riconosciuto un “contributo” in denaro a parziale copertura dei costi da loro sostenuti per la realizzazione degli interventi di efficienza energetica o per l’acquisto dei certificati bianchi che pagheremmo (e pagheremo) in bolletta noi contribuenti e che è legato proprio all’andamento dei prezzi.
I maggiori distributori di energia elettrica e gas naturale (Utility e Multi-utility) sono i soggetti obbligati per legge a ottenere il risparmio di una ben definita quota di energia a cui possono provvedere direttamente effettuando interventi di efficienza energetica presso i propri clienti e ottenendo i TEE corrispondenti, se non lo fanno, o lo fanno parzialmente, devono comperare Certificati Bianchi in quantità corrispondente alla quota di risparmio emergentico non ottenuta…
Chi ha fatto incetta di Titoli di Efficienza Energetica?
Le ESCo (Energy Service Company) o le Utility o Multi-Utility?
Entrambe sono alla finestra in attesa delle nuove linee guide dei TEE e della nuova Strategia Energetica Nazionale che porterà con sé un restringimento delle regole per l’ottenimento dei certificati bianchi e una diminuzione degli stessi.
Il TAU maturgico e la stretta del GSE
Sullo sfondo c’è la stretta del Gestore dei Servizi Energetici (Gse) che nella sua opera di moralizzazione ha alzato i livelli di controllo e verifica nella valutazione dei progetti di efficienza energetica per l’ottenimento dei TEE, con alti tassi di rigetti negli ultimi 2 anni che hanno raggiunto quasi il 50%.
Perché questa stretta del GSE?
Sul banco degli accusati c’è il TAU, il coefficiente moltiplicatore dei titoli di efficienza energetica, che è stato usato dagli operatori – in questi quattro anni – in molti casi in modo fraudolento per attività speculative. Le stesse sono state indagate dal Gestore che è arrivato a chiedere la revoca retroattiva dei certificati bianchi erogati ma, il Consiglio di Stato con sentenza n.4094/2016 – pubblicata il 5 ottobre 2016 ha cassato la contestazione del GSE.
Perché il TAU verrà abolito con le nuove linee guida dei TEE?
Il TAUmaturgico effetto del coefficiente di durabilità teneva in considerazione la differenza fra la vita utile reale di un intervento di efficienza energetica e il periodo di rilascio dei certificati bianchi e dall’introduzione ha generato la moltiplicazione di soggetti richiedenti i certificati bianchi che una volta ottenuti sono scomparsi dalla scena o hanno “falsificato” i parametri di calcolo per la determinazione dell’efficienza energetica contando sulle maglie larghe nel controllo.
Il meccanismo? Il Gestore dei Servizi Energetici erogava i TEE “anticipatamente”, e il coefficiente moltiplicativo TAU aumentava i risparmi considerati nei primi 5 anni in modo da conteggiare anche i risparmi generati durante tutta la vita tecnica (15-25 anni), un meccanismo virtuoso usato all’italiana.
2017, dove va l’Efficienza energetica?
Non è facile dare una risposta. Il mercato dei certificati energetici è certamente ristretto, sono pochi i progetti virtuosi di efficienza. Quest’anno avremo sicuramente più titoli dell’anno passato perché in molti presenteranno una richiesta prima che le linee diventino più restrittive, in quanto il Gse rivedrà al ribasso la necessità di emetterli.
Chi farà Efficienza Energetica in Italia?
Le ESCo di “carta” torneranno a erogare servizi di ingegneria, e infatti stanno già cambiando rotta, mentre le altre Energy Service Company che hanno ben capito la situazione investiranno in progetti di efficienza integrata, acquisendo però una fetta marginale del mercato.
Chi farà dunque il mercato dell’efficienza energetica? Molto probabilmente le Utility e le Multi-Utility, che si stanno attrezzando con acquisizioni di società già operanti nel settore energetico e stanno rimodellando la loro attività, ampliando il business plan e preparando il management.
Perché un processo di liberalizzazione dei mercati dell’energia abbia successo deve essere accompagnato da un’attenta politica di incentivi, che sia in grado di incoraggiare quei “nuovi operatori” che si muovono nella direzione desiderata. E, nel caso dell’Europa, la direzione dichiarata è quella di favorire l’aumento di offerta di energia da fonti rinnovabili e l’incremento dell’efficienza energetica.
La veridicità di quest’ultima affermazione, almeno nel principio ispiratore dell’UE, la lascio alle vostre considerazioni; certo è che, per far crescere quantomeno il Paese Italia, l’efficienza e le “buone pratiche” sono fattori determinanti.
Si ringrazia il Prof. Raffaele Scialdoni e il Direttore del FIRE (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia) Dario Di Santo di cui consiglio vivamente, a chi volesse approfondire i seguenti articoli sui TEE:
• Non di sola addizionalità vivono i certificati bianchi
• Il dilemma dell’Addizionale di Emanuele Regalini
• Considerazioni sulla bozza di linee guida sui TEE
• Il mercato dei TEE