“In larga parte è l’uomo che prende a schiaffi la natura, continuamente. Noi ci siamo un po’ impadroniti della natura, della sorella terra, della madre terra. Un vecchio contadino una volta mi ha detto: ‘Dio perdona sempre, noi gli uomini perdoniamo alcune volte, la natura non perdona mai, se tu la prendi a schiaffi lei lo fa a sua volta. Credo che noi abbiamo sfruttato troppo la natura”. (Papa Francesco)
Con coraggio e lungimiranza, papa Francesco affronta in questa nuova, attesa enciclica, la seconda del suo pontificato, un tema di tipo sociale ed ecologico, oltre che di fede: la tutela dell’ambiente e del Creato.
Su questi temi di grande attualità, la Chiesa viene giustamente considerata la voce più forte ed eloquente in materia, punto di riferimento anche dei trattati internazionali e delle conseguenti fonti normative, comunitarie e nazionali. Un argomento caro a Bergoglio che più volte si è espresso in materia con grande forza: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!”.
La seconda enciclica di papa Francesco, dedicata al tema dell’ambiente e del Creato è qui presentata con l’introduzione di Carlo Petrini.
Il Pontefice indica “tre principi:
solidarietà, giustizia, partecipazione”
“Onorare debito ecologico con il Sud. I poveri sono vulnerabili” – Il monito lanciato durante l’incontro prima della Cop 21, la Conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici tenutasi dal 30 novembre all’11 dicembre a Parigi. “I poveri sono i più vulnerabili, i più colpiti dal degrado ambientale. Sono quelli che ne patiscono le conseguenze più gravi. “l’incarico di ministro dell’Ambiente, negli ultimi anni, ha assunto sempre maggiore importanza per la cura della casa comune. Infatti, l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio dell’intera umanità.
Ed è responsabilità di ognuno di noi; una responsabilità che non può che essere trasversale e che richiede una efficace collaborazione all’interno dell’intera comunità internazionale”. “Solidarietà – spiega Francesco – vuol dire allora mettere in atto strumenti efficaci, capaci di unire la lotta al degrado ambientale con quella alla povertà.
Si tratta, ad esempio, di sviluppo e trasferimento di tecnologie appropriate, capaci di utilizzare al meglio risorse umane, naturali, socio-economiche, maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo”.
Laudato Sì, Enciclica sulla cura della casa comune
Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio)
Guida alla lettura di Carlo Petrini
Editore: San Paolo Edizioni
Euro 5,01
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