Un appello lanciato dal WWF Italia, un sì per la Nature Restoration Law è un sì anche per la sicurezza di tutti i cittadini europei. In gioco non c’è stato solo il recupero di ambienti naturali come foreste, fiumi e habitat marini, in gioco ci sono la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità dell’acqua e dell’aria.
L’Italia contraria a Nature restoration law
Dopo l’approvazione del Parlamento europeo, il Consiglio ambientale dell’Ue ha definitivamente approvato la legge europea (o regolamento) per il ripristino della natura con l’impegno a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’UE, a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare.
Cosa prevede la Legge sul ripristino della natura
La Nature Restoration Law, se approvata, prevederebbe che entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 20% degli habitat contemplati dal testo, ciò foreste, praterie, zone umide, fiumi, laghi e coralli. Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. In linea con la posizione del Parlamento, fino al 2030 la priorità andrà accordata alle zone Natura 2000. I Paesi dell’UE dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Inoltre, dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi.
Per promuovere la biodiversità negli ambienti agricoli, gli Stati membri dell’UE sono tenuti a mostrare avanzamenti in almeno due dei seguenti tre parametri: l’indice di popolazione delle farfalle comuni, la percentuale di aree agricole contenenti elementi paesaggistici di elevata diversità biologica e lo stock di carbonio organico nei suoli agricoli minerali.
È inoltre necessario che adottino iniziative per incrementare l’indice di popolazione degli uccelli selvatici, poiché rappresentano un affidabile indicatore della salute complessiva della biodiversità. Inoltre, poiché le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i Paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.
Infine, come richiesto dal Parlamento, la Nature Restoration Law prevede un freno di emergenza a salvaguardia della sicurezza alimentare. In circostanze eccezionali, il meccanismo consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’UE.