Gli emendamenti sugli ecobonus
57 gli emendamenti presentati sai parlamentari dei diversi schieramenti in relazione all’Articolo 2 del Disegno di Legge, di cui 14 sono stati approvati e 26 non sono stati né ammessi né respinti.
Diversi gli emendamenti approvati a firma di Ermete Realacci (PD) e sostenuti dalla maggioranza della Commissione Ambiente della Camera, di cui è Presidente, come l’estensione fino al 31 dicembre 2018 l’ecobonus al 65% anche per gli interventi di bonifica dell’amianto effettuati contestualmente e correlati a lavori per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio e la facoltà di cessione del credito oggi prevista solo per i lavori effettuati sulle parti comuni dei condomini anche alle opere su singole unità abitative.
L’emendamento di Sebastiano Barbanti (PD) prevede l’estensione della facoltà di cessione del credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati sia per i lavori condominiali (risparmio energetico – 65% di detrazione fiscale) che per la ristrutturazione edile e l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici da parte dei singoli.
L’emendamento presentato da Filippo Piccone (AP) e approvato dalla commissione Finanze, prevede detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione antisismica ed energetica di beni immobili riconosciuti di interesse storico o artistico. Ai proprietari di dimore storiche, in particolare, «spetta una detrazione dall’imposta lorda per una quota pari al 75 per cento degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo di euro 500.000 per unità immobiliare». La necessità delle spese, quando non siano obbligatorie per legge, deve risultare da apposita certificazione rilasciata dalla competente soprintendenza del ministero dei beni culturali.
Approvato l’emendamento di Nicodemo Nazzareno Oliverio (PD) in relazione alle “detrazioni verdi” Sono tre i casi in cui il privato può chiedere la detrazione fiscale (sempre in occasione di ristrutturazioni edili): i lavori di fornitura e messa a dimora di piante ed arbusti. Quello che, tecnicamente, si definisce come “nuove piantumazioni“. Quindi la riqualificazione di tappeti erbosi: in pratica chi decide di creare un prato privato o condominiale dove prima c’era un lastricato di cemento o un giardino abbandonato (anche mediante impianti di irrigazione).
Infine per lavori di restauro e recupero del verde relativo ai giardini di interesse storico o artistico comprendendo anche le spese di progettazione e di prestazioni professionali necessarie per l’esecuzione delle opere. Ma attenzione, si parla sempre di luoghi privati.
Questi gli emendamenti presentati e approvati alla Camera e non presentati o stralciati al Senato.
Banche e Fondi di garanzia, i grandi assenti!
Resta incomprensibile come non sia stato chiamato in causa il sistema bancario, la banca sarebbe infatti il perfetto interlocutore a cui cedere il beneficio fiscale.
Altro tassello mancante è un Fondo di garanzia, richiesto da quasi tutte le compagini professionali coinvolte nel mercato, possiamo quindi solo sperare che il sistema bancario si renda disponibile agevolando i finanziamenti ai condomìni riavvicinandosi così alle reali esigenze dei cittadini.